In terapia intensiva, molti pazienti ricevono più infusioni alla volta. Ciò rende difficile identificare correttamente ogni linea, soprattutto se è necessario agire con tempestività in caso di emergenza.

Considerando questo setting, non solo si possono verificare ritardi, ma i pazienti possono anche subire gravi danni e, in alcuni casi, morire.

Che cos’è la confusione infusionale?

La confusione infusionale, in parole povere, consiste in un groviglio di linee infusionali. Un paziente può avere cinque-sette linee alla volta, anche se il numero può arrivare a 15 in certe situazioni. Le linee si intrecciano facilmente, riflettendo il concetto di “sindrome degli spaghetti”. La presenza di così tanti deflussori può essere molto difficile da gestire per gli operatori sanitari. Se non conoscono il paziente, possono essere necessari circa cinque minuti per rintracciare e assicurarsi che il deflussore sia una linea di infusione e non una flebo.

I deflussori tendono ad assomigliarsi ed inoltre non sono allineati con le relative pompe. Queste difficoltà rendono la tracciatura delle linee sempre più esigente.

Ciò è particolarmente vero quando si tratta di somministrare farmaci intermittenti. Alcuni farmaci, come quelli per la pressione sanguigna e i sedativi, devono essere dosati nel corso della giornata. A seconda dell’emivita e delle ccs necessarie per minuto/ora del farmaco, gli infermieri devono cambiare infusione più volte per turno.

Per questo motivo è fondamentale avere una linea di infusione chiaramente identificata. Se un paziente va in fibrillazione (ad esempio, la pressione sanguigna si abbassa pericolosamente o si verifica un arresto cardiaco), un team di persone si precipita nella stanza. Quando i minuti contano e ci si trova in questa situazione di forte stress, è molto probabile che si crei confusione nell’infusione. Sapere quale sia la linea sicura è fondamentale quando si deve iniettare un farmaco salvavita.

Attualmente, molti infermieri etichettano i deflussori con nastro adesivo per aiutarli a identificare la linea corretta ed utilizzano anche clip speciali per allineare i tubi e tenerli uniti per ridurre i grovigli. Sebbene questi sforzi apportino alcuni miglioramenti alla configurazione delle linee, non è ancora il setting ideale.

Ad esempio, uno studio di laboratorio condotto da MedLite ha analizzato l’esistenza di agenti patogenici nel nastro. Lo studio ha concluso che l’80% dei rotoli di nastro utilizzati è risultato positivo e 16 dei 36 batteri e funghi trovati erano patogenici.
Questo metodo di identificazione delle linee infusionali può effettivamente portare a un’Infezione Correlata all’Assistenza (ICA). Le ICA costano agli ospedali statunitensi tra i 96 e i 147 miliardi di dollari all’anno in costi diretti e indiretti, e le infezioni del flusso sanguigno associate alla linea centrale sono quelle che comportano i costi maggiori, pari a 45.814 dollari per caso.

È necessaria una soluzione migliore per identificare chiaramente la linea di infusione principale ed evitare i costi derivanti da un errore.

Gli effetti della confusione infusionale

Quando si gestiscono più linee infusionali, gli infermieri devono essere in grado di identificare rapidamente il contenuto, la posizione e i parametri della pompa di infusione per ogni linea. L’errata identificazione di una linea, o la mancata tempestività nell’identificazione, può avere gravi conseguenze.
In uno studio MedLite, il 60% delle infusioni conteneva uno o più errori. L’etichettatura delle flebo e i tubi rappresentavano circa il 65% degli errori, il più frequente dei quali era attribuito alla confusione dell’infusione. In effetti, il 61% delle potenziali ADE più gravi e pericolose per la vita sono legate ai farmaci somministrati per via endovenosa.

La somministrazione di una singola dose di farmaco a un singolo paziente richiede l’esecuzione corretta di 80-200 passaggi individuali. Tenendo conto di ciò, ogni linea IV aggiunta aumenta la probabilità di un ADE del 3%. Al di là degli effetti su pazienti e fornitori, gli errori medici possono avere un impatto significativo sulle organizzazioni (e sul mercato sanitario nel suo complesso). Ad esempio, si stima che gli errori legati all’infusione aggiungano 2 miliardi di dollari all’anno ai costi sanitari degli Stati Uniti.

La seconda vittima

Nel caso in cui si verifichi un errore di infusione grave o fatale, il paziente diventa una vittima. Tuttavia, molti non si rendono conto che c’è una seconda vittima in questa situazione: l’operatore sanitario coinvolto.

La seconda vittima spesso sperimenta una serie di reazioni emotive, tra cui la vergogna, l’imbarazzo e il senso di colpa. Molte persone sviluppano depressione clinica o disturbo post-traumatico da stress (PTSD) a seguito dell’incidente.

Gli effetti personali e professionali dell’evento avverso sono solitamente di lunga durata. Mentre la maggior parte dei sintomi emotivi e comportamentali scompare con il tempo, il ricordo doloroso dell’incidente rimane nella seconda vittima. Alcune persone perdono il lavoro o prendono in considerazione l’idea di cambiare carriera. In generale, c’è un notevole bisogno di sostegno da parte di colleghi, professionisti e organizzazioni.

Se si verifica un errore, “il risultato ottimale è che si impara dall’esperienza e non si ripete più” (Bruce Cusson, RN). Tuttavia, i sentimenti di colpa e di vergogna permangono. Purtroppo, il tipo di compassione e di sostegno incondizionato di cui la seconda vittima ha bisogno sono raramente disponibili.

COVID-19 e confusione infusionale

Gli operatori sanitari con pazienti affetti da COVID-19 sono particolarmente a rischio di sindrome da spaghetti. Molti pazienti COVID-19 e quelli in terapia intensiva necessitano di diverse flebo contemporaneamente.

Quando si ha a che fare con così tante linee, il personale infermieristico deve dedicare più tempo al tracciamento, il che significa trascorrere più tempo nella stanza. L’impossibilità di identificare la linea desiderata comporta una maggiore durata dell’esposizione alla malattia. (Per combattere questo problema, molti infermieri hanno iniziato a collocare le pompe di infusione fuori dalla stanza invece che al letto del paziente. In questo modo, possono titolare i farmaci senza nemmeno dover aprire la porta). Essere in grado di determinare rapidamente la linea di infusione sicura farà risparmiare tempo e contribuirà a ridurre l’esposizione alla COVID-19 su base giornaliera.

Riflessioni finali

Quando ci sono più flebo al letto del paziente, è molto difficile per gli operatori sanitari rintracciare la linea di infusione corretta. C’è solo una linea: quella sicura. Quando è necessario somministrare un farmaco salvavita, ogni minuto è importante. Non si può perdere tempo a rintracciare la linea sicura… e se si usa quella sbagliata, le conseguenze possono essere fatali.

Per evitare tutto ciò, è fondamentale disporre di una soluzione efficace alla confusione infusionale. Gli operatori sanitari devono essere in grado di identificare chiaramente la linea sicura e, di conseguenza, salvare vite umane.

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